Ultime dal Medio Oriente del 9 maggio 2023 a cura di Gabriella Grasso
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Una parola un link nell’articolo sottostante
Sono state uccise 8 persone palestinesi dalle Iof:
Morto Khader Adnan ● Prigioniero ● faceva lo sciopero della fame
Aqabat Jabr, 17 anni, ucciso e sei feriti in un attacco delle IOF a Gerico ●
Eman Ziyad Odeh, 26 anni, uccisa dalle forze israeliane a Huwwara a sud di Nablus ● Ahmad Yaqoub Taha, 39 anni, vicino alla città di Salfit ●
Hashem Mubarak Salman Mubarak (58 anni), ucciso e altri 5 feriti a seguito dei bombardamenti israeliani su Gaza ●
Le forze israeliane hanno ucciso Hassan Katnani, Muath Al Masri e Ibrahim Jaber a Nablus ● guarda il video ●
Guarda il video che racconta delle vittime più giovani dei missili israeliani ●
A Hebron esiste un piano per sequestrare 70 case palestinesi nella Città Vecchia ● A Gerico, l’occupazione ha consegnato 11 ordini per fermare i lavori di costruzione ● Nel campo profughi di Shu’afat a Gerusalemme ha demolito un edificio residenziale ● una casa A Salfit e una a Qalqilya ● anche la scuola ‘Ain Samia è sotto minaccia di demolizione ● L’occupazione sta pianificando di trasformare la moschea di Bab Al-Rahma in una sinagoga ● lo conferma anche un ricercatore sugli affari di Gerusalemme ●
Si vuole deliberatamente scristianizzare la città santa ● Ma mentre si stringe la presa su Gerusalemme, si rafforza lo status della città come magnete per la mobilitazione ● e i piani israeliani per ebraicizzare al-Aqsa falliranno ● Dopo il lancio di razzi ● Bombardamento aereo israeliano sulla Striscia. La resistenza risponde ●
Più di 100 gruppi della società civile israeliana e internazionale avvertono che la definizione dell’IHRA potrebbe frenare il lavoro delle Nazioni Unite ● e sollecitano l’ONU a rifiutarne la definizione fasulla di antisemitismo ●
Amnesty accusa l’occupazione di usare sempre di più il riconoscimento facciale ● che rafforza l’apartheid contro i palestinesi ● Un attacco informatico ha sconvolto i siti dei porti israeliani e il porto di Haifa ● L’ANP invece protegge l’espansione coloniale israeliana promuovendo la soluzione a due stati ●
Hamas rinuncia alle criptovalute e impone nuove tasse ● Ma il futuro dei laureati gazawi? povertà e lavoro estenuante! ● Anche lo skatepark al porto è stato inspiegabilmente distrutto… ●
Le IOF hanno rapito l’ex-ministro Khaled Abu Arafah da Ramallah. era stato incarcerato diverse volte, ed era stato rilasciato circa un anno fa, dopo aver trascorso 15 mesi in detenzione amministrativa ● Una soldatessa israeliana è stata condannata per aver aggredito una donna palestinese, trascinandola per i capelli, chiamandola “puttana” e maledicendo la sua famiglia. ● Un soldato israeliano è stato incarcerato per aver “venduto armi ai palestinesi” a Hebron ●
Ben-Gvir ha tenuto un discorso in memoria di Goldstein che massacrò 29 palestinesi nel 1994, e fu seguace di Kahane fondatore del partito Kach, che in seguito a quel massacro fu messo fuori legge ●
Chi era Khader Adnan e perché era in sciopero della fame? guarda il video ● La moglie racconta cos’è successo la notte del suo ultimo arresto ● È stata l’occupazione ad ucciderlo ● dopo 87 giorni di sciopero della fame ● bisognava ricoverarlo in ospedale mentre peggiorava, ma la richiesta è stata respinta ● Adnan è diventato un simbolo di resistenza tra i palestinesi dopo essere stato arrestato 12 volte, aver trascorso un totale di 8 anni dietro le sbarre, e aver fatto lo sciopero della fame 5 volte ● Ha scritto il suo testamento il 2 aprile, un mese prima del suo martirio ● L’UE ha chiesto un’indagine trasparente sulla sua morte ● Sheikh Khader Adnan: Martire della Libertà – ASSASSINATO ● Quando il dolore fa scrivere è stato ricordato a Berlino e a Montreal ● Anche il prigioniero Muhammad al-Khatib è sottoposto ad una pericolosa negligenza medica ● I prigionieri amministrativi hanno deciso sciopero della fame a tempo indeterminato contro la loro detenzione ● Unità repressive israeliane hanno assaltato le carceri di Megiddo e Rimon
I palestinesi hanno protestato contro il “cliché razzista” di Ursula Von Der Leyen. Il ministero degli Esteri palestinese ha definito il messaggio “inappropriato, falso e discriminatorio”, evidenziandone la cancellazione della Nakba e l’espulsione forzata di quasi 800.000 palestinesi ● Il suo discorso nel giorno della Nakba…se ci fosse giustizia, sarebbe stato diverso. Avrebbe detto che tutto è iniziato con la negazione dell’esistenza delle persone nella loro patria, progettando politiche coloniali ingiuste per controllare la loro terra e le loro risorse, per poi praticare la documentata pulizia etnica contro di loro. Nel 75° anniversario della Nakba è ingiusto trascurare la confermata, complessa e indelebile responsabilità dell’Europa per questa tragedia in corso inflitta al popolo palestinese ● Proprio la Nakba è giunta a definire l’identità collettiva dei palestinesi. I rifugiati palestinesi, hanno diritti “inalienabili” e ampiamente riconosciuti. La versione sionista della pulizia etnica della Palestina fu basata sull’affermazione che i palestinesi se ne erano andati per scelta, e la logica sionista fa anche parte di un processo più ampio chiamato ‘cancellazione’, cioè la sistematica distruzione della Palestina, della sua storia, cultura, lingua, memoria e naturalmente del suo popolo. Perciò la Nakba non è una singola data è l’intera loro storia e la sua conclusione sarà scritta, a tempo debito, dai palestinesi stessi ● A New York al Center for Jewish History alcuni studiosi ebrei che hanno osato parlare della Nakba sono stati fischiati ● I parlamentari francesi si lamentano della loro incapacità di criticare “Israele” ● Ma il sionismo è in crisi, la Resistenza Palestinese erige un nuovo fronte e ci chiama a mettere in discussione l’invincibilità del progetto sionista e a rivalutare la lotta ● Ilan Pappè si chiede se si possa sfruttare il momento attuale per trasformare Tel Aviv in un paria internazionale ● Al-Haq al Consiglio ONU per i Diritti Umani ha chiesto di sostenere la ricostituzione del Centro e del Comitato speciale delle Nazioni Unite contro l’apartheid, nonché la Commissione d’inchiesta e l’indagine della Corte penale internazionale sulla situazione in Palestina ● Gruppi palestinesi hanno chiesto al Brasile di denunciare l’apartheid israeliano ● Secondo Lula le Nazioni Unite sono state così forti da creare lo stato sionista, ma ora non riescono a creare uno stato palestinese. Dobbiamo costruire un nuovo meccanismo internazionale che faccia le cose in modo diverso. Penso che sia tempo per noi di iniziare a cambiare le cose ed è tempo per noi di creare un G20 della pace, che dovrebbe essere l’ONU”, ha detto ● Guarda il video della Conferenza di Ottawa per capire quali lezioni si possono trarre dal lavoro di Palestine Action nel Regno Unito ● Secondo l’’OLP la Conferenza dei Palestinesi in Europa minerebbe l’unità della rappresentanza del popolo palestinese. “L’OLP non significa più nulla per i palestinesi. Rappresenta solo frode, saccheggio e sottomissione all’occupazione israeliana” ha replicato lo scrittore palestinese Shaker al- Johari ● Haniyah ha accettato l’invito a visitare Teheran per incontrare la leadership iraniana ● La visita di Pahlavi a tel Aviv ha invece essenzialmente dato il suo appoggio a uno Stato di apartheid tradendo e iraniani e palestinesi. Le lotte sono interconnesse nel creare radicalmente un futuro più libero, aperto e veramente democratico per tutte le comunità della regione ● Proprio a Parstoday Angela Lano ha parlato delle guerre degli Usa e mainstream che le folle seguono senza guardare al progetto totale e al furto delle risorse che lo sottende – audio ● Ed è l‘occupazione il principale esportatore di servizi in campagne di disinformazione, fake news e brogli elettorali, con ingenti profitti, ma, a lungo termine, potrebbe essere ritenuta responsabile di crimini contro la democrazia, una campagna di disinformazione costa solo 6 milioni di euro e i giganti Facebook e Twitter sono complici dei crimini commessi ● Le donne siriane nei campi del Libano, tra abusi e sfruttamento sessuale, lavorano duramente per 6 dollari al giorno, prive di ogni riconoscimento politico e di servizi sociali ● In Libano il compromesso della presidenza è una storia che può ripetersi come una farsa ● I serbi hanno boicottato le elezioni in nord Kosovo per mirare al rispetto della loro autonomia mentre Đukanović ha lasciato il posto ad un giovane economista in Montenegro ● In Turchia le guardie di frontiera torturano e uccidono indiscriminatamente i siriani ● e intanto il paese aspetta le elezioni che saranno un referendum su Erdogan – audio ●
L’Etiopia fa, la pace con il Tigray, finora 800 mila vittime, per fare da pedina nel risiko mondiale contro la “cinese” Eritrea ●
May Golan è la candidata a Console Generale israeliana a New York, ed è orgogliosamente razzista ●
Per il 44% degli elettori democratici USA l’occupazione è apartheid ●
Stai tornando a casa a piedi, ma devi attraversare un posto di blocco per arrivarci. Ti guardi intorno e vedi telecamere con tecnologia di riconoscimento facciale non regolamentata che ti scansionano per determinare se puoi passare. Questa è distopia? No. È la Palestina ● Ma anche gli israeliani pagano un prezzo per essere colonizzatori, soprattutto a livello mentale. quando arriverà la liberazione non ci sarà un compromesso con il sionismo, non solo perché non è un’ideologia morale, ma semplicemente perché non c’è modo di scendere a compromessi sul potere e sulla terra con coloro che li considerano esclusivamente propri. Nessuna potenza coloniale ha rinunciato al suo dominio solo riconoscendo che essere un colonizzatore non è un’idea meravigliosa.. I colonizzatori dovrebbero essere sconfitti, cosa che speriamo avvenga presto in Palestina. Si spera che la sconfitta derivi da boicottaggi economici, politici e culturali, come nel caso dell’Apartheid sudafricano, ma forse il mondo dovrà mobilitarsi militarmente o almeno impedire agli israeliani di usare il loro arsenale di armi letali ● Mentre l’occupazione compie 75 anni, ricordo cosa ho dovuto sacrificare per diventare una “buona israeliana. Ora manifesto contro i soldati, contro i privilegi ricevuti, come ebrea, anche prima di mettere piede in questa terra, diritti non concessi ai palestinesi, contro l’inganno colonialista che lega insieme il destino dei palestinesi e dei Mizrahi. Barak una volta descrisse l’entità sionista come “una villa nella giungla” rivelando l’ostilità con cui guarda l’ampia distesa che la circonda e il suo profondo rifiuto ad accettare la verità della sua collocazione geopolitica ● Il memoriale congiunto per le vittime del conflitto: difficile non percepire il potere di questa quiete, migliaia di persone, israeliane e palestinesi, su sedie di plastica sul prato; c’erano più israeliani che mai.●
Gli israeliani non hanno un’altra patria? Quasi un milione di israeliani ha effettivamente un’altra Patria centinaia di migliaia hanno doppia o tripla cittadinanza e circa 750.000 sono emigrati da quando lo Stato fu fondato, per non tornare mai più ● ma il loro attaccamento alla bandiera israeliana dimostra che non riconoscono le evidenti contraddizioni del loro simbolo, e come esso escluda la questione palestinese dalla loro presunta lotta per la democrazia. Sventolarla è un atto intrinsecamente conservatore ●
3 maggio, giornata mondiale della libertà di stampa per ricordare i caduti e i dimenticati: Quarantasei giornalisti palestinesi sono stati uccisi da Israele dal 2000, e si registrano tra i 500 ei 700 attacchi annui a giornalisti palestinesi. ”Non c’è libertà di parola quando le persone sono private delle proprie libertà” ●
Ecco un esempio di propaganda e falsificazione della realtà: l’arte di Guttuso sostenitore della lotta partigiana e della resistenza è stata strumentalizzata ad una mostra per commemorare la nascita dello stato sionista. Perché nessun critico d’arte o alcun intellettuale contesta queste false informazioni? ●
Respiriamo libertà – è il titolo dell’ultima galleria d’arte inaugurata a Gaza a sostegno dei prigionieri palestinesi [guarda le foto] ●
Nel festival egiziano Madre coraggio a Luxor: Umm Nasser Abu Hmeid, madre di sei combattenti palestinesi per la libertà, ha ricevuto il premio “Medaglia della Donna ideale”● Prendete Leonardo e tagliatelo a metà, perché sua madre era russa ●
Sabato ● domenica, Proiezione online di un film a cura del Palestine Museum – H 18.00
9-10-11 Nakba – I nostri occhi sono i nostri nomi-opera teatrale di Enrico Frattaroli a Roma 11 Boicotta israele al giro d’italia 2023 – Napoli
12 Presentazione del Rapporto di Amnesty International – Genova 13 Il Cielo di Sabra e Chatila – Roma
14 Vancouver: Nakba 75, la lotta continua – Manifestazione 15 PRESIDIO – Roma
altri in Giordania e in Palestina – in estate dal 14 al 21 ottobre in Giordania
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DA ARAB TUNES
Brano: Dal3ona el zaytoun Artista: Dalal Abu Amneh
Dalal Ghazi Muhammad Abu Amneh (nato nel 1983) è un cantante e produttore palestinese e dottore di ricerca in scienze cerebrali e neurofisiologia presso il Technion Applied Institute di Haifa. Nel 2022 ha declinato l’invito a esibirsi all’Expo di Dubai sulle relazioni degli EAU con Israele.[1]
Amneh è nata nel 1983 nella città di Nazareth, Dalal ha iniziato a cantare all’età di quattro anni, dove ha partecipato al concorso Spring Princess e ha vinto il titolo con la canzone “Maryam Maryamti” nel 1987. All’età di sedici anni, era nota per la sua elaborata interpretazione di canzoni autentiche e di vecchi ruoli, oltre che per la sua interpretazione di canzoni del patrimonio palestinese e shami. I grandi musicisti del mondo arabo, come Salah Al-Sharnoubi e Assala, l’hanno ammirata e hanno elogiato la sua voce, che secondo loro unisce autenticità e modernità.[2]
È nota per aver presentato un’arte umana impegnata e lavora per sviluppare l’arte palestinese in modo che conservi la sua originalità da un lato e simuli la giovane generazione e l’ascoltatore occidentale dall’altro, come mezzo per consolidare l’identità palestinese e sostenere le cause del popolo palestinese.[3] Dalal ha partecipato a importanti festival internazionali e arabi, come il Festival di Jerash e il Festival della musica araba al Teatro dell’Opera egiziano. Ha rappresentato la Palestina in diverse operette arabe, come l’operetta Land of the Prophets del 2012 e l’operetta Freedom Call del 2014. Partecipa inoltre stabilmente a serate culturali e artistiche a livello locale, arabo e internazionale. Oltre alla partecipazione al proprio gruppo, Dalal è la cantante principale dell’orchestra internazionale MESTO, attraverso la quale presenta in tutto il mondo canzoni del patrimonio arabo e palestinese, accompagnate da musicisti occidentali, con arrangiamenti orchestrali.[2]
Dalal ha pubblicato diverse canzoni che hanno ottenuto ampia popolarità, come “Io sono il mio cuore e la mia anima è il tuo sacrificio” nel 2001, le parole di Adnan Abbasi, composte dall’artista Alaa Azzam, distribuite da Habib Shehadeh, e registrate presso i Karem Matar Khalini Fei Balak Studios nel 2003, e ha pubblicato due album: “Karim Ya Ramadan” “2007”, e l’album “On My Country” 2013, un album che parla della Palestina nei suoi vari aspetti e in una varietà di stili lirici. Una delle sue canzoni è stata “Ain Al-Majra”, che è stata nella lista delle canzoni di maggior successo alla radio, e la canzone “Bakrah Jadeed”, che è stata tra le cinque canzoni selezionate all’Euromed International Festival 2006.[2]
Onorificenze e premi
Dalal Abu Amna è stata premiata in decine di festival in Palestina e nel mondo arabo per il suo ruolo a sostegno di cause umanitarie.
Contribuisce a preservare il patrimonio artistico nel mondo arabo, al Festival della Arab States Broadcasting Union in Tunisia, 2015.
Una donna palestinese modello al Festival palestinese di Houston, 2015.
Migliore personalità artistica in Palestina dalla Fondazione Lady of the Land, 2016. Le migliori figure femminili in Palestina dal Ministero della Cultura palestinese, 2017.
https://en.wikipedia.org/wiki/Dalal_Abu_Amneh