Ultime dal Medio Oriente del 23 maggio 2023 a cura di Gabriella Grasso
_______________________________
Una parola un link nell’articolo sottostante
I palestinesi segnano il 75° anniversario della Nakba ● Una Storia di colonialismo senza fine ●
E 75 anni di sumud. Proprio come accadeva 75 anni fa, oggi i palestinesi vengono assassinati da coloni violenti e pesantemente armati mentre l’Occidente sta a guardare e i nostri “leader politici” (ufficiali) non hanno assolutamente alcuna visione, strategia o tabella di marcia per la liberazione. Ma ci sono anche tutte le indicazioni che la fine dell’apartheid è vicina e che la liberazione non è un sogno: è un impegno di un popolo il cui sumud è diventato leggendario. Sappiamo che torneremo, saremo liberi ●
“Non dimenticheremo mai” ● Nakba: Sii la chiave della giustizia ●
Una famiglia palestinese è riuscita a tornare nel luogo in cui aveva vissuto. Un colono armato di una sbarra di ferro, si è avvicinato e ha cominciato a minacciarli ad alta voce. non avevano paura né volevano scappare. tornare nel villaggio? Ma hanno distrutto le case… “Le ricostruiranno” ●
A Gaza preservano il loro patrimonio attraverso il canto. Portaci la pioggia, portaci la pioggia, mio Signore ● Per innaffiare le nostre piante rivolte a ovest ● Per favore, bagna i nostri veli, mio Signore, così che abbiamo pane a sazietà. Dopo la Nakba, le canzoni sono passate ai temi della resistenza e del diritto al ritorno”. Ma esiste una canzone di resistenza più antica della Nakba e che le è sopravvissuta: Ya Zarif al-Tul ●
Un trauma che si consuma ancora. Ascolta dalla voce di Ruba Saleh, palestinese, insegnante al dipartimento di Antropologia a Londra, quello che è stato il 1948 per le donne palestinesi ●
A Ramallah a 75 anni dalla Nakba, giovani uccisi a sangue freddo per aver lanciato sassi contro i soldati che attaccano le loro case. Come può il fatto di lanciare una pietra giustificare lo sparare tre proiettili nel petto di un diciannovenne? ●
Chiediamo a Ilan Pappè se è tempo di sollevare una questione morale sull’intera impresa sionista. I rapporti economici, le vendite di armi, le relazioni di sicurezza con l’occupazione od esporsi al rischio di accuse di antisemitismo lo impediscono.Tante università importanti, negli Usa e in Gb, hanno svolto ricerche sulla Nakba in modo corretto ma Francia e Germania sono paesi problematici. Alcuni dei partiti che erano antisemiti più hanno collaborato con il Nazismo e più appoggiano le politiche israeliane. Parallelamente, sono islamofobici e nello scontro in atto entrambi non mettono in discussione l’apartheid. Ci vorrà del tempo ma non si potranno impedire i cambiamenti attesi dai palestinesi.●
Le radici del colonialismo israeliano risiedono nelle origini europee dell’ideologia sionista, e sono queste stesse origini che hanno anche prodotto una discriminazione strutturale contro gli ebrei mizrahi all’interno della società ●
Il nuovo governo di estrema destra è il più razzista, fondamentalista, corrotto, autoritario, sessista e omofobo di sempre, senza maschere. Contemporaneamente presenta una rottura irreversibile con lo status quo per le “riforme” giudiziarie, sociali e culturali. Ciò fornisce al movimento BDS, una responsabilità ancora più urgente ●
Negare la Nakba significa perpetuarla. significa cancellazione fisica, crimini morali, enfatizzare il vittimismo come pilastro formativo dell’identità ebraica negando qualsiasi nozione di vittimismo palestinese. Un tipo latente di razzismo tratta i palestinesi e i loro diritti con criteri diversi da tutti gli altri valori liberali, persino universali. Fino a quando gli israeliani non avranno riconosciuto il loro peccato originale la realizzazione della giustizia per loro rimane lontana ●
Hanno commemorato la Nakba: Il Consiglio ecumenico delle Chiese, i leader religiosi ●
I patriarchi e capi delle chiese di Gerusalemme, chiedendo una pace giusta e duratura ●
E per la prima volta, l’ONU Sono più di mille le risoluzioni sui palestinesi adottate e mai attuate: Stati Uniti, Canada, Ucraina e dieci paesi dell’Unione europea, Italia compresa – non si sono presentati ● La simbolica commemorazione alle Nazioni Unite ha messo in luce il disprezzo dell’occupazione per la verità ●
I palestinesi hanno protestato a Londra ● In Brasile un senatore di padre palestinese ha fatto rivivere la “Nakba” in Parlamento ● e secondo il ministero degli Affari esteri iraniano: la Nakba è “la catastrofe più dolorosa della storia dell’umanità del secolo scorso” ●
Le Iof hanno ucciso:
A Gaza, durante gli ultimi attacchi 8 studenti e ne ha feriti a decine Nel campo di Askar, a Nablus Saleh Sabra, 22 anni
Ecco i volti delle vittime, per non dimenticare l’ennesimo genocidio di nativi palestinesi Secondo Amnesty il numero delle esecuzioni nel 2022 è stato il più alto da cinque anni
Cala la popolazione ebraica a Gerusalemme e cresce quella palestinese ● nella città santa hanno risuonato i tamburi della “marcia delle bandiere”● anche nella zona palestinese ● Gli slogan erano ‘Il tuo villaggio brucerà’ e ‘Morte agli arabi ● Che cos’è la ‘Marcia delle bandiere’ di Gerusalemme? guarda il video ● Gruppi gerosolomitani chiedono la partecipazione alle giornate della bandiera palestinese ●
Oltre 300 coloni hanno invaso al-Aqsa ●Il Ministero dei beni religiosi islamici chiede di intensificare la presenza musulmana nella moschea ● I militari sfollano le famiglie e demoliscono le loro case nella città santa ● La campagna di demolizione delle scuole blocca l’educazione dei bambini palestinesi ed è nel contempo il promemoria del fatto che la’ Nakba è in corso ● I coloni hanno confiscato un pozzo d’acqua, sradicato ulivi e danneggiato i raccolti a Hebron ● E dalla fine del 2002 in Cisgiordania hanno abbattuto circa 5.000 ulivi. Ogni albero abbattuto è un’espulsione metaforica, che intendono compiere ●
A Gaza, l’aggressione ha sfollato 459 famiglie ● Sono in esaurimento le scorte di carburante per la centrale elettrica ● Le perdite a seguito dell’aggressione sono stimate in 1,3 milioni di dollari nel solo settore agricolo ●Tel Aviv confessa di aver ucciso intenzionalmente i bambini per far pressione sulla resistenza ● e considera irrilevante la loro vita perché i nativi devono essere eliminati ● L’operazione ha raggiunto il suo obiettivo principale, cioè la popolarità della coalizione di Netanyahu è aumentata ● Ma la rovina del sistema non sarà un attacco da parte di Stati arabi o sanzioni internazionali. Piuttosto, i suoi leader hanno creato un mostro che non possono più domare ●
Violente incursioni delle IOF nella prigione di Nafha ● Dopo la morte di Adnan i prigionieri politici sono centrali nella lotta per la liberazione ● Lui ha unito un popolo dalla sua cella, in detenzione amministrativa, sistema pensato per mettere a tacere accademici, intellettuali e attivisti che sono guide nelle loro comunità. Con la ribellione armata già in corso tenerlo in libertà poteva rivelarsi rischioso. Una nuova classe dirigente si è venuta formando in tutti i Territori Occupati, in alternativa non solo all’Autorità Palestinese, ma anche ai leader di partito e lui era l’epifenomeno di questa cultura politica completamente nuova.
Secondo uno studio della Brown University, le guerre dopo l’11 settembre hanno causato almeno 4,5 milioni di morti ● mentre un rifugiato su tre nel mondo è palestinese ●
Il Parlamento arabo chiede la fine dell’occupazione ● e la Ministra delle Relazioni Internazionali del Sudafrica, Naledi Pandor, ha chiesto alla CPI di emettere un mandato
d’arresto contro i “leader dell’Apartheid” ● Hamas ha ringraziato Egitto, Qatar e NU per gli sforzi di cessate il fuoco ● Mentre l’Organizzazione araba ha annunciato 15 milioni in aiuti per progetti a Gerusalemme e a Gaza ●
I palestinesi oggi stanno dimostrando unità dentro e fuori la Palestina, e questo apre anche la strada all’unità a livello arabo e internazionale.. È tempo di mettere da parte le illusioni sulla cosiddetta “soluzione a Due Stati” e gli inutili negoziati. Boicottare e isolare il Regime sionista e le sue estensioni nel mondo è importante per sostenere la Resistenza palestinese e non è un’alternativa a tale Resistenza ● La città di Belém (Brasile), è stata dichiarata dal sindaco “zona franca” dall’Apartheid israeliano ●
Lo Sinn Fein ha vinto le elezioni amministrative in Irlanda del Nord ●
Nel Darfur per la guerra tra Al Burhan e Dagalo ci sono stati centinaia di morti ●
In Ecuador si andrà ad elezioni anticipate forse perché il presidente non vuole sottoporsi all’impeachment. Però le Forze Armate hanno dichiarato di voler rispettare la Costituzione e la legge del paese ●
Ascolta Isabella Pratesi (Wwf), secondo cui il 68% degli ecosistemi italiani è in pericolo ● Piantiamo 1.000 miliardi di alberi e risolviamo tutti i problemi di gas serra e rigenerazione dei terreni! guarda il video ● I coloni sionisti invece cercano di trasformare la Valle del Giordano in una “terra di sorgenti“… a spese dei palestinesi…●
Julian Assange e i giornalisti palestinesi: Una storia comune. Nei confronti di Assange, non c’è un reale capo d’accusa. La detenzione amministrativa nei confronti dei civili palestinesi, degli attivisti e dei giornalisti hanno creato un precedente pericoloso e un modello da seguire per gli stati occidentali. Nel 2008 gli attivisti di WikiLeaks entrarono in possesso di una conversazione tra Pentagono ed agenti segreti, in cui si definiva questo tipo di informazione “pericolosa” e da eliminare come fanno Tel Aviv e Pechino ●
La Relatrice speciale Onu sui territori palestinesi occupati è stata oggetto di accuse false e fuorvianti ad opera dell’ex Ministro Giulio Terzi, equivalenti a una vera e propria campagna di diffamazione ad personam. Leggi la versione integrale ●
Ma la Palestina non è più solo una questione araba, Proprio come il regime di apartheid in Sud Africa alla fine è crollato, il destino di questo falso regime non sarà diverso ●
Ad Eurovision i paesi arabi si rifiutano di partecipare. La diaspora araba continua a lasciare il segno, mettendo in mostra la sua eredità e la sua abilità musicale. Marocco e Tunisia hanno partecipato in passato. Il Libano si è ritirato a causa della presenza israeliana. Nascono sempre diffusi appelli al boicottaggio ●
Firmiamo contro l’autorizzazione della UE all’uso di Spyware (Pegasus) ●
Palestina, Riformismo, Jihad, di Maher Charif, intellettuale palestinese di formazione marxista, è un testo composito che affronta la crisi palestinese nel suo divenire ● NAKBA è anche il nome dell’opera teatrale di Frattaroli – Mazzi che sottraendosi alla martellante e menzognera propaganda ufficiale è un appassionato canto dell’esilio interminabile, in cui il sentimento lirico dello sradicamento attraversa tutta un’esistenza dall’età bambina sino a quella adulta ●
Il ritorno nei villaggi spopolati della Palestina – guarda le foto ●
La resistenza al silenzio delle voci palestinesi in Germania – guarda il video ●
Nel cuore di Roma un murales ricorda la giornalista palestinese Shireen Abu Akleh ●
Che fare in Italia? Qui non sarà mai come in Francia… quali sono gli ostacoli che frenano le organizzazioni dal farsi promotrici di una mobilitazione popolare dispiegata e coordinata? ● Viviamo nell’epoca dei propagandisti travestiti da paludati commentatori ● Alessandro Orsini ha fatto notare a Riccardo Levi che la lettera scritta a Rovelli reo di avere criticato il ministro di turno è uguale a quelle che vengono scritte nelle dittature. Levi dovrebbe vergognarsi e dimettersi dal suo incarico. Moltissimi intellettuali hanno paura di parlare per non essere colpiti nella carriera o bersagliati dai media ●
25 Il Cielo di Sabra e Chatila – Roma 26 Mostra per la Palestina – Milano
27 Bruxelles, Festival della Resistenza – Festival culturale e politico palestinese
in Giordania e in Palestina – in estate dal 14 al 21 ottobre in Giordania
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Invito all’ascolto: DA ARAB TUNES
È forse la canzone palestinese più conosciuta e che si è diffusa in tutta la Palestina storica e nelle comunità palestinesi della diaspora. La canzone precede la Nakba e si diffuse durante il periodo del mandato britannico. Originariamente cantata per riferirsi a un uomo palestinese “alto e bello” senza nome (zarif al-tul) che resistette con successo agli attacchi delle forze sioniste contro un villaggio, la canzone si sarebbe trasformata e avrebbe assunto significati diversi nei decenni successivi alla Nakba.
….
La dabke palestinese si mescola con la sua variante irachena, lo choubi, a cui si aggiungono coloriture dub e reggae, in un originale crogiolo di apporti diversi che rende possibile la rottura di ogni confine.
Sono di varie nazionalità ma tutti di origine palestinese e siriana i componenti dei 47 Soul, collettivo di musicisti nato ad Amman, Giordania, nella primavera 2013.
E forse alcuni di loro li conosciamo già, dato che hanno tutti una ricca storia musicale alle spalle:
Tareq Abu Kwaik – palestinese di nazionalità giordana – è rapper (il suo nome da MC è El Far3i) e polistrumentista; è autore di tre album hip-hop ed è stato inoltre uno dei componenti della band post-rock El Morabba3, con cui ha pubblicato il bellissimo album omonimo.
Walaa Sbeit è un ex-maestro di Haifa, componente della band Ministry of Dub, attore, ballerino e poeta, nonché uno degli ideatori di un singolare progetto socio-politico: insieme a un gruppo di discendenti degli abitanti del villaggio di Iqrit, che attualmente si trova nello stato di Israele, ha inaugurato un progetto che prevede che il villaggio stesso sia ripopolato dai suoi legittimi abitanti, realizzando di fatto quel diritto al ritorno di cui spesso si sente parlare ma di cui pochissimi sono riusciti a godere da quando Israele, sin dagli albori della sua esistenza, ha distrutto interi villaggi deportandone gli abitanti.
Z the People, al secolo Ramzy Suleiman, è un musicista soul e gospel di nazionalità statunitense che ha deciso qualche anno fa di trasferirsi in Giordania; infine Hamza Arnaout, aka El Jihaz, è produttore hip-hop e bassista della band giordana Autostrad. Niente di strano che l’unione di tutte queste esperienze e sensibilità abbia prodotto questo sound così interessante da ascoltare e conoscere un po’ più da vicino.