LE ACCUSE DI INTERFERENZE POLITICHE DI GOOGLE:VERITÀ O PROPAGANDA?

Google, il gigante dei motori di ricerca,  multinazionale tecnologica che offre una vasta gamma di servizi online, tra cui ricerca web, pubblicità, cloud computing e software e fondata il 4 settembre 1998 da Larry Page e Sergey Brin, due studenti di dottorato presso l’Università di Stanford, è sotto la lente di ingrandimento in quanto al  centro di aspre polemiche riguardo al presunto favoreggiamento dei candidati democratici nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Secondo l’osservatorio dei media conservatore Media Research Center (MRC), Google ha esercitato una censura nei confronti dei candidati repubblicani, influenzando così gli esiti elettorali degli ultimi quattro cicli elettorali.
L’MRC ha pubblicato uno studio che rivela 41 casi di presunte “interferenze elettorali” da parte di Google dal 2008, accusando il motore di ricerca di utilizzare il suo potere per favorire candidati di orientamento politico liberale e censurare i loro oppositori. Tuttavia, Google ha respinto queste accuse, sostenendo di non avere trovato prove a sostegno delle affermazioni di pregiudizi politici.
Un punto focale delle accuse è il presunto sostegno di Google a candidati democratici come Barack Obama nel 2008 e nel 2012, oltre alle presunte azioni di censura nei confronti di candidati repubblicani come Mitt Romney. Inoltre, l’MRC ha citato il dottor Robert Epstein, che ha testimoniato al Congresso affermando che l’algoritmo di ricerca di Google avrebbe spostato milioni di voti a favore di Hillary Clinton nel 2016.

La questione ha assunto ulteriore rilevanza nel 2020, quando Google è stato accusato di aver preso di mira la deputata democratica Tulsi Gabbard, disabilitando il suo account Ads proprio quando stava guadagnando popolarità dopo un dibattito delle primarie del Partito Democratico. L’MRC ha anche sostenuto che Google abbia soppresso fonti di notizie critiche nei confronti di Joe Biden durante le elezioni presidenziali del 2020.

Tuttavia, Google ha respinto queste accuse, affermando che terze parti non hanno trovato prove a sostegno delle affermazioni di pregiudizi politici. Un portavoce di Google ha dichiarato che si tratta solo di “un elenco riciclato di denunce infondate e imprecise che sono state smentite da terze parti e molte che hanno fallito nei tribunali”.

La questione solleva importanti interrogativi sulla neutralità politica delle piattaforme tecnologiche e sul ruolo che esse giocano nel processo democratico. Mentre alcuni sostengono che Google debba essere più trasparente nel suo funzionamento e nelle sue politiche, altri ritengono che le accuse siano esagerate o infondate.

Le accuse di interferenze politiche da parte di Google rimangono oggetto di accese dispute e controversie. È fondamentale un’analisi approfondita e imparziale per comprendere appieno la portata di queste accuse e il loro impatto sul panorama politico ed elettorale degli Stati Uniti.
Stefano Becciolini

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