L’occupazione è entrata all’alba e ha arrestato Yazan e ha ucciso suo fratello Omar

Il 5 dicembre le forze dell’esercito di occupazione israeliano hanno preso d’assalto il campo di Dheisheh per arrestare Yazan Manna, suo fratello Omar e altri ragazzi. Durante il raid hanno aperto il fuoco sui giovani presenti e il giovane Omar Manna è stato ucciso. (https://www.facebook.com/aysar.1988/posts/…)

AUDIO: Corrispondenza di Alessandra Mecozzi dal campo di Deishe

Con l’omicidio a Dheisheh, salgono ad almeno 212 i palestinesi uccisi dagli occupanti israeliani solo quest’anno.

Hanno fatto irruzione in casa dello zio dopo le quattro del mattino, sono entrati con cani da fiuto, e hanno chiesto del nipote Yazan, volevano arrestarlo.  Hanno arrestato Yazan e ucciso Omar, Omar Farran Al-Mukhaim (il panettiere del campo), i proiettili dell’occupazione hanno ucciso il fratello del giovane arrestato e Betlemme ha indetto uno sciopero generale in lutto per il martire.

Yazan, ora è incatenato in una cella davanti ai soldati, non sa che suo fratello Omar è stato martirizzato, ma la madre del martire sa di essere diventata allo stesso tempo madre di un martire e di un prigioniero, un dolore complesso di cui solo chi è palestinese conosce i dettagli. [https://alresalah.ps/post/273053/]

La violenza militare israeliana è stata normalizzata nella società palestinese e il trauma che ne deriva si riversa anche nella vita quotidiana dei bambini, e dei giovani.

Non si gioca a guardie e ladri in Palestina ma a “Soldati o Arabi”. I bambini sono divisi in due gruppi, soldati israeliani e palestinesi, e questi ultimi si dividono in medici, giornalisti e manifestanti. Poi giocano con i “soldati” che attaccano i palestinesi, i manifestanti che lanciano pietre contro i soldati, i medici che si prendono cura dei feriti e i giornalisti che intervistano i manifestanti. Se vieni “arrestato” sei squalificato, se vieni ucciso significa che sei stato “martirizzato” e ugualmente sei espulso dal gioco.

Si gioca anche ad un altro gioco “Casa” che esprime invece i loro sogni di una vita normale.

Un ex alto funzionario di polizia israeliano ha dichiarato: “Si prevede che nelle città miste  si verificherà una nuova ondata di incidenti violenti, molto più grandi di quelli avvenuti durante l’operazione Wall Guard del 2021. Ci saranno massacri gravi e possono scoppiare in qualsiasi momento, senza alcun preavviso, e dobbiamo prepararci.” La polizia non è finora preparata per uno scenario del genere [https://hodhodpal.com/post/76078/]

Dal Fronte Popolare della Resistenza è arrivata questa affermazione: “Con l’unità e la resistenza, con il Fronte di Resistenza Nazionale unificato, il nostro popolo si muoverà verso la vittoria, la liberazione della sua terra e l’autodeterminazione, e verso il raggiungimento di questa costruzione unitaria di resistenza, il fronte procederà nella sua lotta su un sentiero che è stato tracciato dai suoi fondatori e leader martiri fin dall’inizio della loro lotta“. [https://hadfnews.ps/post/110233]

La lotta per la liberazione della Palestina sta guadagnando terreno in tutto il mondo insieme alla crescente intersezionalità dei movimenti per la giustizia sociale.

Abbiamo raccolto dal campo di Dheisheh, in Palestina, la corrispondenza con Alessandra Mecozzi, già responsabile delle relazioni internazionali per la Fiom Cgil, esponente del Coordinamento Europeo per la Palestina (ECCP) e fondatrice dell’associazione “Cultura è Libertà”, una campagna per la Palestina:

 

Hafez Omar, artista e prigioniero liberato, dopo l’assassinio di Omar, ha scritto queste righe [https://www.facebook.com/hafez.omar.14]:

Il primo tribunale che ho visto dalla prigione di Ofer nel 2019, “sono stato ammanettato” io e Muhammad insieme…

Abbiamo percorso insieme il viaggio delle 12 porte… dalla porta della cella alla porta del tribunale… tutta la strada mentre pensavo a come sono stato imprigionato per la prima volta all’età di 36 anni…

E vado in tribunale mentre sono legato per le mani con una catena ad un giovane di soli 19 anni!..

Uscì da un grave infortunio, tutto il campo pensava che fosse stato martirizzato. Fu ferito in prigione e indossava un corsetto di metallo per proteggersi.

Da quel momento in poi, ho iniziato a rivedere i miei pensieri e atteggiamenti, e quello che ho fatto nella mia vita, in particolare come mi vedo in una vita del genere..

Insomma, mi sono sentito molto piccolo di fronte al dolore di Muhammad mentre camminavamo – è stato arrestato amministrativamente..

Oggi Muhammad “Al-Shamroukh il piccolo” è in terapia intensiva dopo essere stato gravemente ferito per la seconda volta negli scontri in cui è stato martirizzato il compagno Omar Manna..

La libertà sta arrivando, Salah… La vittoria sta arrivando, Shamrukh… La Palestina sta tornando, Omar

 

 – Gabriella Grasso, 6 dicembre 2022 –




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