NOTIZIARIO DAL MEDIO ORIENTE E PALESTINA DELL’8 DICEMBRE 2023

Parallelo Palestina – RIE

Il Notiziario settimanale del Medio Oriente dell’8 dicembre non è stato realizzato per motivi tecnici.

Becciolini NW e RIE questa settimana propongono l’

DIALOGO IMPOSSIBILE CON UN RABBINO

PROSSIMI EVENTI

12 – Palestina/Israele: niente più come prima – Milano

FINO al 12 – Palestine matter – Ca’ Foscari – Venezia

14

Come si liquida un popolo – Roma

Palestina pace diritti libertà- con Elia, Giunchi, Tamimi, Rosati – Milano


Da ARABTUNES

Washem – Ashiqa

Reem Talhami

Reem Talhami è una cantante e attrice palestinese nata il 6 agosto 1968 a Shafa ‘Amr, villaggio a prevalenza araba sito nella regione della Galilea.
Per cinque anni ha studiato musica e canto presso l’accademia di musica e danza “Rubin” a Gerusalemme diplomandosi nel 1987.
Per circa due anni ha insegnato canto presso i conservatori di Ramallah e Gerusalemme.
Gli inizi degli anni ‘90 la vedono mettere le basi per quella che sarà l’attività che occuperà la maggior parte della sua vita artistica, il canto.
Uno dei primi lavori importanti la vedrà collaborare con il pianista greco Sarantis Kassaras in un progetto per voce e pianoforte. Lo accompagnerà in Egitto e Tunisia in una tournée organizzata dal Teatro Kasbah di Gerusalemme.
Dotata di una voce versatile, che spazia dal canto operistico al canto popolare, Reem Telhami ha collaborato con varie realtà musicali di metà anni ‘90. Tra queste i gruppi Gorbeh, Washem e Sabreen.
Con Washem, gruppo guidato dal musicista Suhail Khoury, realizzerà nel 1995 un album intitolato “Ashiqa”.
Artista intransigente, Reem Tahlamy ha sempre rifiutato di scendere a compromessi con la propria arte, arte che considera di fatto un progetto di vita. Per tutta la sua carriera ha sempre prediletto la realizzazioni di progetti di spessore, sia musicale che lirico.
L’essenza della sua opera la si può trovare nella causa palestinese, nelle tradizioni e nella storia della sua terra, nelle storia di un popolo sotto occupazione continua. Attraverso il suo canto, Reem Talhami racconta con voce ferma le ingiustizie, le speranze, i dolori e la ricerca della libertà di un popolo che anela alla salvezza.
“ Siamo ambasciatori dell’arte palestinese nel mondo e abbiamo la grande responsabilità di promuovere la nostra causa, di presentarla al mondo nel modo più bello per far scoprire il nostro patrimonio, la nostra arte e le nostre esperienze” affermerà in un intervista, “ritengo che il mio Paese abbia un diritto su di me, il mio dovere verso il mio Paese mi chiama a mobilitare il mio lavoro verso esso. Non vedo la mia arte isolata dalle problematiche della mia terra e credo che l’’artista, se è sincero e onesto, ha un impatto sociale che non può essere trascurato.”
Tra le voci femminili più forti e rappresentative di Palestina, Remm Tahlami ha recitato in opere teatrali, films e preso parte a svariati progetti artistici. Ha collaborato con i più dotati musicisti e parolieri della sua terra. Tra questi i musicisti Jamil Sayeh, Sa’id Murad, Basil Zayed, Habib Shehadeh Hanna, i compositori Ibrahim Najm e Ibrahim Al Khatib e il colletivo musicale Zimar.
Se a inizio carriera si è dedicata maggiormente all’interpretazione di testi appartenenti alla tradizione storica della poesia palestinese, scritti di autori iconici quali Samih Al-Qasim, Mahmoud Darwish, Rashid Hussein e Tawfiq Ziad, colonne portanti di una lirica resistente e impegnata, successivamente ha prediletto la collaborazione con poeti suoi contemporanei quali Waddah Zaqtan, Arafat Al-Deek e Khaled Juma.
Nel 2013 con quest’ultimo e con il compositore Sa’id Murad, già autore e arrangiatore per il gruppo Sabreen, ha realizzato il suo primo album da solista intitolato “Yihmilni Elleil”.
Prodotto con il contributo della Fondazione A. M. Qattan, il disco comprende dieci brani che hanno come tema portante la realtà di Gaza. La Gaza assediata, imprigionata ed emarginata si rivela in questo album in tutta la sua bellezza, forza, orgoglio e speranza di vita.
Nelle parole di Khaled Jouma la città di Gaza viene elevata nello spirito e si crea una sorta di mescolanza tra la città reale e la città alla quale il poeta anela. Il vocabolario narrativo è molto lontano da quello abitualmente usato per descrivere la realtà della striscia. I testi di queste canzoni portano in uno spazio più ampio, lontano dalla distruzione, dai bombardamenti, dal sangue e dalla guerra, in una condizione di devozione e di candore. 

Le melodie del musicista gerosolimitano Sa’id Murad, bellissime e complesse, e la voce di Reem Talhami, che in questo lavoro continua il suo progetto di modernizzazione estetica del canto palestinese, completano il quadro e fanno di “Yihmilni Elleil” un album pienamente riuscito o come lo ha definito Mahmoud Abu Hashhash , direttore del Programma Cultura e Arti della Fondazione Qattan : “ Un disco che costituisce un’aggiunta qualitativa sia per la canzone palestinese contemporanea sia per il percorso artistico dei suoi interpreti ”.
Considerata da molti la “Perla della Palestina”, Reem Tahlami ha partecipato a svariati eventi internazionali. Si è esibita in tutto il Medio Oriente, nell’area del Maghreb e in Europa. Memorabile è stata la sua esibizione al Festival Internazionale di Cartagine in Tunisia nell’ambito di “Voices of Freedom”, evento Organizzato in occasione del 25° anniversario dell’occupazione di Gerusalemme, cosi come degne di nota sono state le sue performance al festival internazionale di Damasco in Siria, al Festival di Beiteddine in Libano e all’Aix en Provence Festival in Francia. È apparsa inoltre in numerosi eventi artistici internazionali in Svezia, Danimarca, Francia, Spagna, Belgio, Germania e Svizzera.
A fronte di un plauso unanime da parte della critica e di attestati di stima, l’opera di Reem Talhami è rimasta negli anni spesso nascosta a livello di massa. Donna fiera, consapevole e costantemente devota alla causa palestinese, causa che interpreta non solo in chiave politica ma principalmente in chiave artistica, ha sempre rigettato la commercializzazione della sua arte in funzione del profitto e della fama generalizzata.
Considerata l ’energia spesa, la ricerca artistica e la caparbietà nel cercare di diffondere l’arte della sua terra a livello mondiale, non ha mai visti riconosciuti davvero i propri meriti occupando spesso un posto di nicchia.
Questo post vuole essere un tributo alla sua arte ed un invito a scoprire ( o riscoprire) il lavoro di quella che è una delle più importanti artiste palestinesi dell’ultimo secolo.

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