ATTACCO di ISRAELE a TARTUS: l’ombra di ARMAMENTI non CONVENZIONALI ATOMICO

L’attacco aereo israeliano del 16 dicembre 2024 nei pressi della base russa di Tartus, in Siria, ha sollevato interrogativi e alimentato speculazioni in tutto il mondo. La potente esplosione, registrata come un evento sismico di magnitudo 3,1, ha portato alcuni analisti a ipotizzare l’uso di armamenti non convenzionali. Mentre i media tradizionali hanno riportato esclusivamente la versione ufficiale, alcune fonti indipendenti hanno avanzato teorie più controverse, come l’impiego di una bomba nucleare tattica B61. Al momento, però, non esistono conferme sull’utilizzo di armi nucleari da parte di Israele. Le autorità israeliane non hanno rilasciato dichiarazioni, né hanno smentito le accuse, e non ci sono riscontri ufficiali da parte di organismi internazionali, che si spera stiano indagando sulla vicenda.

Quello che è certo è che gli attacchi hanno colpito depositi di armi e sistemi di difesa aerea nella regione costiera siriana, come confermato dall’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani.
La potenza dell’esplosione è stata tale da essere registrata come un evento sismico, un dato che molti considerano anomalo per un attacco convenzionale.

Alcune fonti hanno anche riportato la presenza di radiazioni rilevate fino a Cipro e Turchia, ma queste informazioni non sono state confermate ufficialmente.

È curioso notare come alcune testate italiane, come La Repubblica e La Stampa, abbiano rimosso video relativi all’evento dai loro siti, una circostanza che ha ulteriormente alimentato il dibattito.

Molte speculazioni si concentrano sull’ipotesi che Israele possa aver utilizzato una bomba nucleare tattica B61. Questa bomba, sviluppata negli Stati Uniti negli anni ’60, è progettata per essere trasportata da velivoli supersonici ed è nota per la sua adattabilità e potenza variabile.

La sua potenza può infatti oscillare da meno di 1 chilotone fino a 340 chilotoni, rendendola utilizzabile sia per attacchi strategici sia tattici.

Per avere un’idea della sua potenza, basta considerare che la bomba sganciata su Hiroshima, Little Boy, aveva una potenza distruttiva di 15 chilotoni, mentre alcune versioni della B61, come la B61-3, arrivano a soli 0,3 chilotoni, rendendole particolarmente adatte per operazioni limitate.

Israele non ha mai confermato né smentito il possesso di armi nucleari, mantenendo un alto grado di segretezza sulla sua dottrina strategica. Tuttavia, è noto che le sue forze aeree sono estremamente sofisticate, e alcuni velivoli come l’F-15I Ra’am, l’F-16I Sufa e l’F-35I Adir, potrebbero essere compatibili con armamenti come la B61. Questo aspetto, unito al contesto geopolitico della regione, non fa che rafforzare i sospetti.

Nonostante ciò, rimangono molti dubbi, e una verifica trasparente da parte di organismi internazionali sarebbe fondamentale per chiarire quanto accaduto.
Stefano Braccioli

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