EUROPA: voglia di GUERRA o OPPORTUNISMO INDUSTRIALE?

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Dietro gli 800 miliardi di Draghi non c’è solo economia, ma una trasformazione radicale dell’Europa: il piano ‘ReArm Europe’ segna la svolta verso una militarizzazione senza precedenti, mentre il dibattito democratico resta in ombra.

È innegabile: stiamo assistendo a un cambio di paradigma nell’Unione Europea che merita un’analisi critica e senza filtri. Mario Draghi, Ursula von der Leyen e Emmanuel Macron sembrano cantare all’unisono un ritornello inquietante – l’Europa deve militarizzarsi, e in fretta.

Quando Draghi parla di “800 miliardi di euro” per mantenere la competitività globale, non sta solo lanciando numeri a caso. Sta delineando una trasformazione radicale dell’economia europea verso quello che possiamo chiamare, senza mezzi termini, un’economia di guerra. E il nome stesso del piano di von der Leyen – “ReArm Europe” – è di una trasparenza disarmante nella sua crudezza.

Mi chiedo, e vi invito a chiedervi: chi beneficerà realmente di questa svolta? Quando vedo la Germania, in piena crisi del settore automobilistico, improvvisamente pronta a riconvertire la produzione verso mezzi bellici, non posso fare a meno di sollevare un sopracciglio scettico. Coincidenza? Ne dubito fortemente.

E quel famoso “boh, ma fate qualcosa” pronunciato da Draghi al Parlamento Europeo appare ora sotto una luce diversa, quasi come un semaforo verde per chi aveva già pronti i progetti nei cassetti.

Probabilmente Zelensky ha pensato a fare qualcosa pochi giorni dopo, magari suggerito da qualche governante o servizio d’oltremanica, durante l’incontro con Donald Trump di venerdì scorso: portare il presidente degli Stati Uniti d’America all’esasperazione con un comportamento arrogante studiato appositamente per creare una frattura e non cercare la pace con la Russia.
Ipotesi di fantapolitica?

Zelensky e Trump venerdì scorso

Non sto dicendo che sia tutto un complotto preordinato. Ma la convergenza di questi eventi, dichiarazioni e proposte verso un unico punto – la militarizzazione dell’economia europea – dovrebbe farci riflettere profondamente.

Mentre ci parlano di “autonomia strategica” e “risposta alle minacce”, nessuno sembra preoccuparsi di cosa significhi concretamente sospendere le regole fiscali per finanziare l’apparato militare. Cosa accadrà all’istruzione, alla sanità, alle politiche sociali? Siamo davvero pronti a sacrificare tutto sull’altare della difesa?

La verità è che stiamo scivolando verso una logica bellica senza un reale dibattito democratico, senza che i cittadini europei abbiano voce in capitolo. E questo, più di ogni minaccia esterna, è ciò che mi preoccupa davvero.
Stefano Becciolini

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