MACRON Contro PUTIN: L’Europa si ARMA

Discorso integrale alla nazione di Macron in ITALIANO

Macron traccia la rotta: un nuovo ordine mondiale richiede una Francia e un’Europa più forti contro la Russia

Mentre ascoltavo le parole di Emmanuel Macron ieri 5 marzo, sentivo crescere dentro di me un profondo senso di inquietudine. Non potevo fare a meno di chiedermi cosa si celasse davvero dietro quella retorica così studiata, dietro quei toni così drammatici che sembravano invocare un’Europa pronta alla guerra.

Mentre Macron pronunciava quelle parole sull’indipendenza dalle “decisioni di Washington o Mosca”, non potevo fare a meno di sentire la dissonanza tra le aspirazioni dichiarate e la realtà delle alleanze esistenti. Mi chiedo se non stiamo inseguendo un’illusione, se questa indipendenza non sia solo un modo per rinegoziare il nostro posto all’interno di sistemi di potere già consolidati.

Ogni volta che sento parlare di aumento della spesa militare, penso alla scuola pubblica del mio quartiere che attende ristrutturazioni da anni, all’ospedale locale dove moltissime persone attendono ore prima di essere visitati. Mi domando: quale sicurezza stiamo davvero costruendo? Una in cui siamo protetti da presunti o addirittura falsi nemici esterni ma vulnerabili al collasso dei nostri sistemi sociali interni? La corsa agli armamenti che vedo profilarsi mi riempie di angoscia personale, non solo di preoccupazione politica.

Ciò che mi ha colpito più profondamente è stato il silenzio sulla diplomazia. Ho atteso, frase dopo frase, un piano articolato per il dialogo, una visione che andasse oltre la logica della forza. Quel silenzio mi è parso assordante. Mi ha ricordato conversazioni familiari interrotte, dove le parole non dette pesano più di quelle pronunciate.

Mentre rifletto su questo discorso, mi ritrovo a immaginare un’Europa diversa da quella descritta da Macron. Un’Europa che io riconosca nei valori che mi hanno formato: dialogo, cooperazione, creatività nella risoluzione dei conflitti. Mi chiedo se non sia questo il vero coraggio di cui abbiamo bisogno oggi – non quello di imbracciare le armi, ma quello di credere ostinatamente nella possibilità della pace quando tutti intorno parlano di guerra.

Mi resta la convinzione che la vera indipendenza dell’Europa sia quella che sapremo costruire insieme, come cittadini vigili e critici, capaci di immaginare un futuro che vada oltre le logiche del potere militare. È una convinzione personale che custodisco, anche quando le voci più potenti sembrano indicare una direzione opposta.

Estratto del discorso alla nazione di ieri 5 Marzo 2025  ore 20:00

1. Guerra in Ucraina e minaccia russa:
La Francia considera la guerra in Ucraina un evento che sconvolge l’ordine mondiale. La Russia è vista come una minaccia per la Francia e l’Europa, non solo per l’Ucraina, e ha trasformato il conflitto in Ucraina in un conflitto mondiale.

2. Sostegno all’Ucraina:
La Francia sostiene l’Ucraina sin dall’inizio del conflitto e continuerà a farlo fino a quando non sarà possibile negoziare una pace solida con la Russia.

3. Necessità di una difesa europea più forte:
Di fronte ai pericoli globali, la Francia sottolinea che l’Europa deve essere in grado di difendersi autonomamente e dissuadere nuove aggressioni. Pur rimanendo legata alla NATO e agli Stati Uniti, l’Europa deve rafforzare la propria indipendenza in materia di difesa e sicurezza. Il futuro dell’Europa non deve dipendere dalle decisioni di Washington o Mosca.

4. Indipendenza economica e tecnologica:
La Francia evidenzia l’importanza dell’indipendenza economica, tecnologica, industriale e finanziaria. Si prepara a rispondere a possibili tariffe doganali imposte dagli Stati Uniti.

5. Rafforzamento militare francese:
La Francia riconosce la necessità di aumentare le spese militari e migliorare la propria capacità di difesa. Nonostante abbia già un esercito efficace e capacità di deterrenza nucleare, prevede ulteriori investimenti.

6. Ruolo attivo della Francia:
La Francia intende difendere attivamente la pace e la libertà, in linea con i suoi principi storici. L’Europa ha le risorse economiche e il talento per affrontare questa sfida, agendo unita per proteggersi. La Francia ha avviato un dibattito strategico sulla protezione degli alleati europei attraverso la sua deterrenza.

7. Nuova era e necessità di adattamento:
La Francia percepisce l’inizio di una nuova era, che richiede nuove soluzioni e un impegno nazionale per affrontare le sfide. La Francia non può avere gli stessi dibattiti di una volta.

DISCORSO INTEGRALE di Emmanuel Macron:

davanti agli eventi storici in corso che sconvolgono l’ordine mondiale, la guerra in Ucraina, che ha causato quasi un milione di morti e feriti, continua con la stessa intensità. Gli Stati Uniti d’America, nostro alleato, hanno cambiato la loro posizione su questa guerra, sostengono meno l’Ucraina e lasciano sospeso il dubbio sul futuro. Allo stesso tempo i medesimi Stati Uniti d’America intendono imporre dei dazzi doganali sui prodotti provenienti dall’Europa. Infine, il mondo continua a essere sempre più brutto. E la minaccia terroristica non si indebolisce. In totale la nostra prosperità e la nostra sicurezza sono diventate più incerte. Bisogna dirlo chiaramente, stiamo entrando in una nuova era. La guerra in Ucraina dura ormai da più di 3 anni. Abbiamo sin dal primo giorno deciso di sostenere l’Ucraina e di sanzionare la Russia e abbiamo fatto bene perché non è solo il popolo uino che lotta con coraggio per la sua libertà, ma è anche la nostra sicurezza chi è minacciato. Infatti, se un paese può invadere impunemente il suo vicino in Europa, allora nessuno può più essere sicuro di nulla ed è la legge del più forte che si applica. E la pace non può più essere garantita nemmeno sul nostro continente. La storia ce l’ha insegnato al di là dell’Ucraina. La minaccia russa è presente e colpisce i paesi d’Europa, ci riguarda. La Russia ha già trasformato il conflitto ura in un conflitto mondiale. Ha mobilitato sul nostro continente soldati nordcoreani, equipaggiamenti irani Aiutando questi paesi ad armarsi ulteriormente. La Russia del presidente Putin viola le nostre frontiere per assassinare gli oppositori, manipola le elezioni in Romania, in Moldavia, organizza attacchi informatici contro i nostri ospedali per bloccarne il funzionamento. La Russia tenta di manipolare le nostre opinioni con menzogne diffuse sui social network e in fondo mette alla prova i nostri limiti. Lo fa nell’aria, in mare, nello spazio e dietro i nostri schermi. Questa aggressività sembra non conoscere confini. E la Russia allo stesso tempo continua a riarmarsi spendendo più del 40% del suo budget per questo scopo.

Entro il 2030 prevede di accrescere ulteriormente il suo esercito e di avere 300.000 soldati in più, 3000 carri armati, 300 aerei da caccia in più. Chi può quindi credere in questo contesto che la Russia di oggi si fermerà all’Ucraina? La Russia è diventata, nel momento in cui vi parlo e per gli anni a venire una minaccia per la Francia e per l’Europa. Lo rimpiango molto profondamente e sono convinto che a lungo termine la pace si farà sul nostro continente con una Russia ritornata serena e pacifica. Ma la situazione che vi descrivo è questa e dobbiamo conviverci. Allora, di fronte a questo mondo di pericoli, restare spettatori sarebbe una follia. Si tratta di prendere decisioni senza indugio per l’Ucraina, per la sicurezza dei francesi, per la sicurezza degli europei, per l’Ucraina innanzitutto. Tutte le iniziative che aiutano la pace vanno nella giusta direzione e voglio salutarle questa sera. Dobbiamo continuare ad aiutare gli uraini a resistere fino a quando potranno negoziare con la Russia. Una pace solida per loro stessi e per tutti noi. È per questo che il percorso verso la pace non può passare dall’abbandono dell’Ucraina. Al contrario, la pace non può essere conclusa a qualsiasi prezzo e sotto il dictat russo la pace non può essere la capitolazione dell’Ucraina, non può essere il suo crollo. Non può neanche tradursi in un cessate il fuoco che sarebbe troppo fragile. E perché? Perché anche in questo caso abbiamo l’esperienza del passato. Non possiamo dimenticare che la Russia ha iniziato a invadere l’Ucraina già nel 2014 e che abbiamo allora negoziato un cessate il fuoco a Minsk e la stessa Russia non ha rispettato questo cessate il fuoco e non siamo stati capaci di mantenere gli equilibri in assenza di garanzia solida. Oggi non possiamo più credere alla Russia sulla parola. L’Ucraina ha diritto alla pace e alla sicurezza. per stessa ed è nel nostro interesse e nell’interesse della sicurezza del continente europeo. È in questo senso che lavoriamo con i nostri amici britannici, tedeschi e diversi altri paesi europei. È per questo che mi avete visto riunire parecchi di loro a Parigi nelle ultime settimane, andare a trovarli qualche giorno fa a Londra per consolidare gli impegni necessari per l’Ucraina.

Una volta firmata la pace, affinché l’Ucraina non venga nuovamente invasa dalla Russia, dobbiamo prepararci. Questo passerà sicuramente attraverso un sostegno duraturo all’esercito uino. Potrebbe anche significare il dispiegamento di forze europee. Queste non andrebbero a combattere oggi, non andrebbero a combattere sulla linea del fronte, ma sarebbero lì, al contrario, una volta firmata la pace, per garantire il pieno rispetto di essa. A partire dalla prossima settimana riuniremo a Parigi i capi di Stato Maggiore, dei paesi che desiderano assumersi le loro responsabilità in merito. Si tratta così di un piano per una pace solida, duratura, verificabile. che abbiamo preparato con gli uraini e diversi altri partner europei e che sono stato a difendere negli Stati Uniti 15 giorni fa e in tutta Europa. E voglio credere che gli Stati Uniti rimarranno al nostro fianco, ma dobbiamo essere pronti, se così non fosse, quella pace in Ucraina sia raggiunta rapidamente o meno. Gli Stati europei devono, tenendo conto della minaccia russa che vi ho appena descritto, essere in grado di difendersi meglio e di dissuadere qualsiasi nuova aggressione. Sì, qualunque cosa accada dobbiamo equipaggiarci di più, innalzare la nostra posizione di difesa e questo per la pace stessa, per dissuadere. A tal proposito, restiamo attaccati alla NATO e al nostro partenariato con gli Stati Uniti d’America, ma dobbiamo fare di più, rafforzare la nostra indipendenza in materia di difesa e sicurezza. Il futuro dell’Europa non deve essere deciso a Washington o a Mosca. Eh sì, la minaccia ritorna a est. E l’innocenza in qualche modo degli ultimi 30 anni dalla caduta del muro di Berlino è ormai finita. A Bruxelles domani durante il Consiglio straordinario che riunirà i 27 capi di stato e di governo con la commissione e il presidente del Consiglio. Faremo dei passi decisivi. Verranno prese diverse decisioni che la Francia proponeva da diversi anni. Gli Stati membri potranno aumentare le loro spese militari senza che questo sia preso in considerazione nel loro deficit. Saranno finanziamenti comuni massicci per acquistare e produrre sul suolo europeo munizioni, carri armati, armi, equipaggiamenti tra i più innovativi.

Ho chiesto al governo di essere mobilitato affinché da un lato questo rafforzi le nostre forze armate il più rapidamente possibile e dall’altro che acceleri la reindustrializzazione in tutte le nostre regioni. Riunirò con i ministri competenti, gli industriali del settore nei prossimi giorni. L’Europa della difesa che difendiamo da 8 anni sta quindi diventando una Questo significa paesi europei più pronti a difendersi e a proteggersi, che producono insieme le attrezzature di cui hanno bisogno sul loro territorio, che sono pronti a cooperare di più, a ridurre la loro dipendenza dal resto del mondo. Ed è una buona cosa. La Germania, la Polonia, la Danimarca, gli Stati Baltici e numerosi dei nostri partner hanno annunciato sforzi senza precedenti in materia di spese militari. Allora, in questo momento dell’azione che fin si apre. La Francia ha uno statuto particolare. Abbiamo l’esercito più efficace d’Europa e grazie alla scelta fatta dai nostri anziani dopo la seconda guerra mondiale siamo dotati di capacità di deterrenza nucleare. Questo ci protegge molto più di molti dei nostri vicini e inoltre non abbiamo aspettato l’invasione dell’Ucraina per constatare un mondo preoccupante e attraverso le due leggi di programmazione militare che ho deciso e che i parlamenti successivi hanno votato, avremo raddoppiato il bilancio delle nostre forze armate in quasi 10 anni, ma dati i cambiamenti delle minacce, questa accelerazione che ho appena descritto, dovremmo fare nuove scelte di bilancio e investimenti aggiuntivi che sono ormai diventati indispensabili. Ho chiesto al governo di lavorarci il più presto possibile. Saranno nuovi investimenti che richiedono di mobilitare finanziamenti privati, ma anche finanziamenti pubblici, senza che le imposte siano aumentate. Per questo ci vorranno riforme, scelte, coraggio. La nostra dissuasione nucleare ci protegge. È completa, sovrana, francese da cima a fondo. Dal 1964, in modo esplicito, ha sempre svolto un ruolo nella preservazione della pace e della sicurezza in Europa. Ma rispondendo all’appello storico del futuro cancelliere tedesco, ho deciso di aprire il dibattito strategico sulla protezione dei nostri alleati del continente europeo tramite la nostra dissuasione.

Qualunque cosa accada, la decisione è sempre stata e resterà nelle mani del Presidente della Repubblica, capo delle forze armate, padroneggiare il nostro destino, diventare più indipendenti. Dobbiamo lavorare su questo piano militare, ma anche su quello economico. Sì, l’indipendenza economica, tecnologica, industriale e finanziaria sono delle necessità. Dobbiamo anche prepararci affinché gli Stati Uniti decide di tariffe doganali sulle merci. europee, come hanno appena confermato nei confronti del Canada e del Messico, questa decisione incomprensibile, tanto per l’economia americana quanto per la nostra, avrà conseguenze su alcuni dei nostri settori. Accresce la difficoltà del momento, ma non resterà senza risposta da parte nostra. Allora, mentre prepariamo la risposta con i nostri colleghi europei, continueremo, come ho fatto 15 giorni fa, a fare tutto il possibile per convincere che questa decisione ci dà eggerebbe tutti e spero sì di convincere e di suadere il presidente degli Stati Uniti d’America. In totale il momento richiede decisioni senza precedenti da molte decadi. Sulla nostra agricoltura, la nostra ricerca, la nostra industria, su tutte le nostre politiche pubbliche, non possiamo avere gli stessi dibattiti di una volta. Ecco perché ho chiesto al primo ministro e al suo governo e invito tutte le forze politiche, economiche e sindacali del paese a fianco a loro a fare delle proposte alla luce di questo nuovo contesto. Le soluzioni di domani non potranno essere le abitudini di ieri. Cari compatrioti, di fronte a queste sfide e a questi cambiamenti irreversibili, non bisogna cedere a nessun eccesso, né l’eccesso dei guerrafondai, né l’eccesso dei disfattisti. La Francia seguirà solo una rotta, quella della volontà per la pace e la libertà. fedele in questo alla sua storia e ai suoi principi. Sì, è in questo che crediamo per la nostra sicurezza, ma è anche in questo che crediamo per difendere la democrazia. Una certa idea della verità, una certa idea di una ricerca libera del rispetto nelle nostre società, una certa idea di libertà di espressione che non è il ritorno dei discorsi di odio in fondo, una certa idea dell’umanesimo È questo ciò che sosteniamo e che si gioca.

La nostra Europa possiede la forza economica, la potenza e i talenti per essere all’altezza di questa epoca. E comparandoci agli Stati Uniti d’America e ancor più alla Russia, ne abbiamo i mezzi. Dobbiamo quindi agire uniti da europei determinati a proteggerci. Ecco perché la patria ha bisogno di voi, del vostro impegno. Le decisioni politiche, le attrezzature militari, i bilanci sono una cosa, ma non non sostituiranno mai la forza d’animo di una nazione. La nostra generazione non beneficerà più dei dividendi della pace. Sta a noi fare in modo che i nostri figli raccolgano domani i dividendi dei nostri impegni. Allora affronteremo insieme. Viva la Repubblica, viva la Francia.”
Stefano Becciolini

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