
Il Forum Economico Mondiale sotto accusa: decisioni globali prese dalle élite tra promesse disattese e critiche crescenti
Il World Economic Forum (WEF), meglio noto come Forum di Davos, rappresenta una delle piattaforme più influenti per il dialogo globale su temi economici, politici e sociali. Con sede a Cologny, vicino Ginevra, in Svizzera, questa fondazione senza scopo di lucro è stata fondata nel 1971 dall’economista tedesco Klaus Schwab, con l’intento iniziale di introdurre le aziende europee alle pratiche manageriali americane. Da allora, il WEF si è evoluto in un punto di incontro tra leader mondiali, multinazionali e accademici, consolidando il suo ruolo nei principali dibattiti internazionali.
Storia e sviluppo
La storia del WEF prende avvio come European Management Forum, un evento per 450 dirigenti europei a Davos. Già nel 1974, il focus si amplia per includere temi sociali e politici, accogliendo leader politici per affrontare questioni globali. Il cambio di nome in World Economic Forum avviene nel 1987, segnando la transizione verso una visione globale.

Il Forum si è distinto in molte occasioni per il suo ruolo diplomatico. Memorabili sono la Davos Declaration del 1988, che evitò un conflitto tra Grecia e Turchia, e l’incontro del 1992 tra Nelson Mandela, F.W. de Klerk e Mangosuthu Buthelezi, simbolo di speranza per il Sudafrica post-apartheid.
Klaus Schwab: il fondatore
Nato a Ravensburg nel 1938, Klaus Schwab ha un percorso accademico di eccellenza con dottorati in ingegneria e economia. Fondatore del WEF, Schwab ne è stato il presidente esecutivo per oltre cinquant’anni. Nel maggio 2024 è stato annunciato il suo passaggio al ruolo di presidente del consiglio di amministrazione, aprendo una nuova fase per l’organizzazione nel gennaio 2025.
Rapporti con Laurence D. Fink e BlackRock
Tra i protagonisti vicini al WEF spicca Laurence D. Fink, CEO di BlackRock. Membro del Consiglio di Fondazione del WEF dal 2019, Fink ha influenzato i dibattiti globali su sostenibilità e intelligenza artificiale, portando il punto di vista del colosso finanziario sulle sfide economiche del futuro.
I finanziatori del WEF
Il WEF si regge principalmente su contributi di circa 1.000 aziende associate e colossi finanziari come Microsoft. Google. Facebook, Coca-Cola Company, Goldman Sachs. JPMorgan Chase & Co., Royal Dutch Shell, BP, Nestlé. Procter & Gamble.
Queste aziende contribuiscono con quote che possono superare i 600.000 franchi svizzeri per i partner strategici. Il forum collabora inoltre con enti pubblici e privati, tra cui le fondazioni Bill & Melinda Gates, per sostenere progetti globali come la lotta alle epidemie.
Controversie recenti
Nonostante il prestigio, il WEF è stato al centro di polemiche. Nel 2024, accuse di discriminazione e molestie hanno scosso l’ambiente lavorativo interno. In particolare, un’ex dipendente ha intentato una causa per discriminazione razziale e legata alla gravidanza contro l’organizzazione e Schwab stesso. Sebbene il WEF abbia respinto le accuse, questi episodi hanno alimentato il dibattito sull’etica e la trasparenza dell’istituzione.
Anche per il 2025 la riunione si terrà dal 20 al 24 gennaio in una Davos blindatissims.
Per garantire la sicurezza dell’evento, l’Esercito svizzero collaborerà con le autorità del Cantone dei Grigioni, implementando misure come la protezione delle infrastrutture critiche e la sorveglianza dello spazio aereo.
L’edizione 2025 vedrà la partecipazione di circa 3.000 leader provenienti da oltre 130 paesi, tra cui oltre 350 leader governativi, inclusi 60 capi di stato e di governo.
Alcuni dei principali leader politici che parteciperanno includono:
Donald J. Trump, Presidente eletto degli Stati Uniti (parteciperà tramite collegamento video per un dialogo interattivo con i partecipanti);
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea;
Ding Xuexiang, Vice-Premier della Repubblica Popolare Cinese;
Javier Milei, Presidente dell’Argentina;
Olaf Scholz, Cancelliere Federale della Germania;
Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo;
Matamela Cyril Ramaphosa, Presidente del Sudafrica;
Pedro Sánchez, Primo Ministro della Spagna;
Karin Keller-Sutter, Presidente della Confederazione Svizzera 2025, Consigliera Federale, Capo del Dipartimento Federale delle Finanze;
Isaac Herzog, Presidente di Israele;
Andrzej Duda, Presidente della Polonia
Volodymyr Zelenskyy;
il Regno Unito sarà rappresentato da una delegazione guidata dal Cancelliere dello Scacchiere, Rachel Reeves.
l’Italia sarà rappresentata dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Tra i rappresentanti del settore privato italiano attesi all’evento figurano:
Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni;
Paolo Scaroni, Presidente di Enel;
Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo;
Andrea Orcel, CEO di UniCredit;
Fabrizio Palermo, CEO di Acea.
Il World Economic Forum è oggetto di critiche giustificate riguardanti la trasparenza delle sue operazioni e decisioni. Le riunioni a porte chiuse e l’accesso limitato ai processi decisionali sollevano preoccupazioni sulla mancanza di responsabilità verso i popoli che verranno assoggettati alle decisioni di pochi potenti.
Inoltre, sebbene il WEF pubblichi rapporti annuali con dati finanziari, alcuni osservatori sottolineano che tali informazioni non sempre forniscono dettagli sufficienti su entrate e spese, alimentando dubbi sulla completa trasparenza finanziaria dell’organizzazione.
Il Forum è percepito come un’arena in cui l’élite finanziaria globale esercita una notevole influenza sui rappresentanti degli Stati, sollevando preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla democraticità dei processi decisionali. Le discussioni e le decisioni prese in questo contesto tendono a riflettere gli interessi delle grandi corporazioni e delle istituzioni finanziarie, spesso a porte chiuse e senza un adeguato coinvolgimento dell’opinione pubblica. Questa dinamica può portare a politiche che non rispecchiano le reali esigenze e aspirazioni dei cittadini, alimentando un senso di alienazione e sfiducia verso le istituzioni.
Stefano Becciolini