
Le accuse di Trump scoperchiano il vaso di Pandora. Dai finanziamenti dell’USAID ai media americani alle censure su pandemia, guerra e clima: quanto è davvero indipendente l’informazione?
Poche ore fa, sui suoi canali social, il presidente Donald Trump ha denunciato un presunto sistema di corruzione nel mondo dell’informazione. Secondo lui, alcune testate giornalistiche avrebbero ricevuto milioni di dollari da fonti governative come l’USAID, rivelando così una stampa asservita agli interessi del potere. Trump ha chiesto la restituzione immediata di questi fondi, sostenendo che tali finanziamenti servano a controllare e manipolare l’opinione pubblica. Se confermata, questa accusa getterebbe luce su una preoccupante commistione tra media e governo, con potenziali conseguenze esplosive.

La Replica dei Media Coinvolti
Le testate citate, tra cui Politico, The New York Times, Associated Press e Reuters, hanno smentito le accuse. Trump sostiene che, ad esempio, Politico abbia ricevuto 8 milioni di dollari dall’USAID. L’azienda ha risposto chiarendo di non aver mai ricevuto finanziamenti governativi, specificando che alcune agenzie federali sottoscrivono abbonamenti a Politico Pro, una piattaforma di notizie specializzate.
Allo stesso modo, un portavoce dell’Associated Press ha affermato che l’agenzia non ha ricevuto fondi dall’USAID e che il suo compito è fornire notizie imparziali a livello globale. Anche il New York Times ha precisato che i fondi federali ricevuti sono semplicemente pagamenti per abbonamenti, acquistati da uffici e agenzie governative, senza sovvenzioni dirette. Reuters, dal canto suo, ha dichiarato di non avere contratti con l’USAID, sottolineando che nessun pagamento influenza la loro copertura giornalistica.
Anche la BBC è stata tirata in ballo. Un suo portavoce ha ribadito che l’emittente non riceve finanziamenti dall’USAID e che la sua indipendenza editoriale è distinta dall’attività della BBC Media Action, un’organizzazione benefica che invece ha ricevuto fondi dall’agenzia.
Giornalismo e Potere: Un Quadro più Ampio
Le accuse di Trump si inseriscono in un contesto più ampio di sospetti sulla stampa mainstream, spesso accusata di seguire un’unica narrazione senza spazio per il dissenso. Dalla pandemia alla guerra in Ucraina, fino al dibattito sul cambiamento climatico, i media tradizionali sono stati criticati per aver adottato posizioni allineate ai governi e ai poteri economici.
Pandemia e Informazione: La Censura della Scienza
Durante la crisi sanitaria, molti media hanno smesso di essere indipendenti dal potere per trasformarsi in megafoni delle narrative governative. Voci dissenzienti – scienziati, medici e giornalisti indipendenti – sono state spesso bollate come disinformazione e silenziate. Ogni dubbio sulla gestione della pandemia, sui vaccini o sulle restrizioni è stato rapidamente censurato.
Eppure, con il senno di poi, molte informazioni ritenute “false” si sono rivelate fondate: dagli effetti avversi dei vaccini alle criticità dei lockdown indiscriminati. La paura e il conformismo hanno prevalso sul dibattito aperto e trasparente (ed i soldi).
Guerra in Ucraina: Propaganda e Manipolazione
Con lo scoppio del conflitto in Ucraina, la situazione si è ripetuta. I media occidentali hanno adottato una narrazione unilaterale, demonizzando una parte e glorificando l’altra, senza considerare analisi storiche più complesse o una prospettiva geopolitica più ampia.
Propaganda, immagini decontestualizzate, falsificazioni e censure hanno caratterizzato la copertura della guerra. Chiunque cercasse di raccontare i fatti in modo più equilibrato è stato ostracizzato, mentre il dibattito critico sul ruolo della NATO e degli Stati Uniti nella crisi è stato evitato.
Clima e Informazione: Tra Scienza e Ideologia
Il cambiamento climatico è una realtà, ma la narrazione mediatica ha spesso assunto toni apocalittici e ideologici. Il dibattito è stato ridotto a uno schema binario: o si accetta la visione catastrofista e le misure radicali proposte, oppure si viene etichettati come negazionisti. Anche in questo caso, il giornalismo ha preferito trasformarsi in un tribunale morale piuttosto che promuovere un confronto basato sui dati.
E in Italia? Quando Verrà Smascherata la Stampa Nazionale?
Se oggi le accuse riguardano i media americani, viene spontaneo chiedersi quanto sia indipendente l’informazione italiana. Anche nel nostro Paese, talk show, quotidiani e grandi portali d’informazione hanno mostrato tendenze simili: un pensiero unico che soffoca il dibattito pubblico.
Quali finanziamenti influenzano le linee editoriali dei principali giornali e telegiornali italiani? Chi decide cosa può essere detto e cosa no?
Se negli Stati Uniti gli scandali iniziano a emergere, forse è solo questione di tempo prima che anche in Italia venga sollevato il velo su una stampa sempre più orientata a modellare l’opinione pubblica, piuttosto che informarla davvero.
Stefano Becciolini