TRUMP: RIVOGLIAMO indietro i SOLDI dall’UCRAINA in TERRE RARE

Discorso del 22 Febbraio 2025 di Donald Trump

In un importante cambio di rotta nella politica di assistenza estera, il 22 febbraio 2025 l’amministrazione Trump ha proposto un controverso meccanismo di recupero dei fondi stanziati per l’Ucraina. La proposta, presentata dal presidente Donald Trump,  durante la Conservative Political Action Conference (CPAC), mira a ottenere compensazioni attraverso l’accesso alle risorse naturali ucraine.

L’esposizione finanziaria degli Stati Uniti verso l’Ucraina ha raggiunto cifre da capogiro:
– Assistenza militare: €64,1 miliardi (53,9% del totale)
– Supporto finanziario: €46,6 miliardi (39,2% del totale)
– Aiuti umanitari: €3,3 miliardi (2,8% del totale)
Totale complessivo: €119 miliardi

Questa proposta di accordo economico presenta alcune criticità importanti. Prima di tutto, l’aiuto internazionale dovrebbe basarsi su principi di vera assistenza, non su meccanismi che rischiano di creare nuove forme di dipendenza economica o neo colonialista.

Il Segretario Bessent sostiene che il piano porterà benefici economici, ma trascura un punto fondamentale: il diritto dell’Ucraina di mantenere il controllo sulle proprie scelte economiche e sul proprio sviluppo futuro, soprattutto dopo le elezioni di un nuovo prrsidente.

Inoltre, il progetto lascia delle questioni cruciali senza risposta. Non è chiaro come verranno valutate le risorse naturali del paese, né quali strumenti verranno messi in campo per impedire possibili abusi del sistema. Queste incertezze rendono difficile valutare l’effettivo impatto dell’accordo.

Non si può incolpare un popolo e depredarlo per le scelte scellerate adottate da una singola persona anche se fomentate da una cricca di tecnocrati europeisti di basso livello intellettuale ed umano, dei veri e propri “vampiri”.

Il rifiuto dell’Ucraina mette in evidenza il delicato equilibrio tra la necessità di ricevere aiuti militari e la volontà di preservare l’autonomia economica del Paese. La richiesta di garanzie di sicurezza preliminari dimostra la consapevolezza delle possibili conseguenze a lungo termine di tali accordi sulle risorse nazionali.

Questa proposta potrebbe creare un precedente pericoloso per il futuro dell’assistenza internazionale, trasformando gli aiuti da strumento di supporto a mezzo di acquisizione di risorse naturali.

Si aprono così interrogativi  sulla natura e sulle condizioni dell’assistenza internazionale. L’idea di richiedere retroattivamente un compenso sotto forma di risorse naturali per gli aiuti militari o di altro tipo potrebbe minare la credibilità degli Stati Uniti come partner affidabile e modificare profondamente il concetto stesso di assistenz  a livello globale.
Stefano Becciolini

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