
Il 5 febbraio scorso, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università di Aix-Marseille, occasione in cui ha pronunciato un discorso di alto profilo sull’attuale scenario internazionale.
Mattarella nel suo discorso ha espresso preoccupanti parallelismi tra l’aggressione russa all’Ucraina e le mire espansionistiche del Terzo Reich negli anni ’30 del secolo scorso, sottolineando come allora il protezionismo e l’isolazionismo abbiano contribuito al fallimento della Società delle Nazioni e all’ascesa di regimi autoritari.
Ha inoltre messo in guardia contro il ritorno del protezionismo, ricordando che nel 2024 le barriere commerciali globali sono triplicate in valore, e ha criticato l’emergere di “neo-feudatari del Terzo millennio” che ambiscono a controllare beni comuni come il cyberspazio e lo spazio extra-atmosferico, mettendo a rischio le sovranità democratiche.
Qui il riferimento a Elon Musk mi sembra abbastanza evidente.

Rivolgendosi all’Europa, Mattarella ha esortato il continente a non accontentarsi di un “vassallaggio felice”, ma a diventare protagonista nella scena internazionale, riaffermando i valori della propria civiltà e scegliendo tra essere “protetti” o essere “protagonisti”. Mentre invece qui il riferimento alla nuova amministrazione Trump è palese.Scopriamo ufficialmente che L’Europa e l’Italia sono “vassalli” di qualcuno che già possiede basi militari sul suolo europeo da più di mezzo secolo. Meglio tardi che mai!
Infine, ha sottolineato l’importanza di non ripetere gli errori del passato, invitando a una riforma profonda e condivisa del sistema multilaterale, più inclusiva ed egualitaria, per costruire un futuro prospero basato su equità e stabilità.
Il discorso del Presidente Sergio Mattarella tocca vari temi di rilevanza internazionale con un linguaggio solenne e ricco di riferimenti storici. Tuttavia, una lettura critica evidenzia alcuni aspetti problematici, sia sul piano dell’analogia storica sia su quello dell’analisi politica ed economica.
L’affermazione secondo cui l’aggressione russa all’Ucraina sarebbe paragonabile all’espansionismo del Terzo Reich negli anni ’30 è estremamente grave. Ci sono alcune somiglianze superficiali (come la violazione della sovranità territoriale di uno Stato), ma la situazione geopolitica e le motivazioni sono molto diverse:
La Russia non ha un’ideologia totalitaria assimilabile al nazismo, né una volontà di conquista globale comparabile a quella hitleriana.
Le sue azioni sono più legate alla sicurezza nazionale e all’influenza regionale che a una logica di “spazio vitale”.
Come si fa mi chiedo ad accusare la Russia di parallelismo con la Germania nazista quando ha patito un contributo di sangue di 25 milioni di umani, di cui 10 milioni di soldati e 15 milioni di civili.
Il contesto post-Società delle Nazioni è profondamente diverso: nel 1939 non esisteva un sistema di governance internazionale comparabile all’ONU o agli attuali assetti di sicurezza collettiva come la NATO
Il discorso di Sergio Mattarella si inserisce in perfetta continuità con la retorica bellicista dei leader dell’Unione Europea, che non cercano una soluzione diplomatica al conflitto russo-ucraino, ma continuano a soffiare sul fuoco della guerra.
Non una parola sulla necessità di negoziati, nessun accenno alla possibilità di fermare l’escalation, solo un ennesimo attacco alla Russia, accompagnato da una retorica sull’unità europea che serve solo a giustificare il totale allineamento dell’UE alla strategia bellicista dei paesi nordici e Polonia guidati dal Regno Unito.
Mentre la popolazione europea paga le conseguenze delle sanzioni e del riarmo indiscriminato, Mattarella e i leader europei proseguono su una strada che porta l’Europa verso il baratro, senza alcun piano per una via d’uscita e rendono l’Europa un vaso di coccio tra due vasi di ferro come la Russia e gli Stati Uniti d’America.
Stefano Becciolini
Sono schifata da Mattarella